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Chiamato
all’appello, il 28 dicembre 2006, di prima mattina,
Carlo Mazzantini
si è messo in viaggio per scalare le montagne della Luce. Nei suoi occhi le
valli ed i monti della Valsesia, che, non ancora diciottenne, lo videro
contrapposto in armi ad altri italiani, nella pur comune aspirazione di
riscattare la Patria “perduta”. L’8 settembre del ’43 annichilì i sogni ed i
progetti di quella generazione di giovani che scelsero il sacrificio
supremo, in un’assurda contrapposizione fratricida. |
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Gianni Andrei, 29 dicembre 2006 |
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Un profilo di Carlo Mazzantini Scrittore, giornalista, opinionista, storico, Carlo Mazzantini è nato a Roma nel 1925. Dopo aver partecipato all’ultimo atto della seconda guerra mondiale, con l’Armistizio dell’8 settembre 1943, si unisce ai superstiti di un battaglione di Camicie Nere e combatte in Valsesia. Catturato, rischia la fucilazione ma è poi liberato. Ha vissuto molti anni all’estero, dove ha sposato la pittrice irlandese Onia Anne Donnelly, da cui ha avuto quattro figlie. E’ stato assistente alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma; ha insegnato nel Liceo italiano di Tangeri e all’Università irlandese di Galway. E’ stato, infine, redattore dell’Enciclopedia Treccani. Ha pubblicato il romanzo “A cercar la bella morte”, suo capolavoro, alla quinta edizione. Tradotto in inglese, il romanzo ha vinto il Foreign Fiction Award dell’ “Indipendent” nel maggio del 1992, per il quale Joseph Farrell scriveva: “Alcune descrizioni hanno la ossessionante intensità e il realismo di Goya ... Lo stesso Dostoevskij non avrebbe potuto ricreare con maggior precisione la ferocia del momento e l’amarezza del dopo”. Ha inoltre pubblicato il saggio “I Balilla andarono a Salò”, il romanzo autobiografico “Ognuno ha tanta storia”, il romanzo “Amor c’al cor gentil”, la raccolta di versi “Restano le nuvole”. Nel 1997, a cura di Dino Messina, sono uscite le testimonianze parallele sue e di Rosario Bentivegna, dal titolo “C’eravamo tanto odiati”. Nella primavera del 2005 ha pubblicato “L’ultimo repubblichino”, che ha ottenuto un enorme ed immediato successo di pubblico e di critica. E’ promotore della costituzione di un “movimento popolare”, a carattere nazionale, a favore della “Riconciliazione storica”, ritenuta una esigenza dei nostri tempi.
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